Una delle domande più frequenti che vi sentirete porre nel momento in cui dichiarerete l’imminente matrimonio è: dove pensate di andare in viaggio di nozze?
Nel nostro caso siamo arrivati a ridosso della data del matrimonio senza saper dare una risposta specifica. Sapevamo solo che sarebbe stata una meta al caldo dove rilassarci, farci coccolare e goderci il dolce far nulla (o quasi).
Guardando su internet e spulciando tra i siti dedicati ai viaggi l’attenzione è caduta sulle Seychelles: mare turchese, palme, sabbia fine e dorata. Un paradiso!Abbiamo deciso di non rivolgerci ad un’agenzia di viaggio ma di fare tutto da soli, memori anche della passata esperienza con il viaggio che abbiamo organizzato a New York l’anno scorso che ci ha lasciato un ricordo bellissimo e indelebile.
Non ci sono mai piaciuti i villaggi e le vacanze dove tutto è scandito da un programma prestabilito e dove si deve stare sempre in gruppo (il nostro essere asociali viene sempre fuori) e volevamo poterci muovere come volevamo e sentirci liberi.
Ormai le soluzioni online sono infinite e offrono la possibilità a tutti di personalizzare il proprio viaggio a piacimento, anche per chi non è molto esperto.
Acquistata la guida Lonely Planet* ci sentivamo abbastanza pronti per affrontare qualche serata davanti al computer per definire il nostro viaggio di nozze.
(*purtroppo per quanto riguarda le Seychelles la guida non è molto dettagliata ma questo l’abbiamo scoperto solo al nostro arrivo quando, effettivamente, ci siamo trovati un po’ spaesati)La prima cosa da fare è stato controllare come arrivare alle Seychelles, un arcipelago di isolette nell’Oceano Indiano a 1100 km dalla costa africana del Kenya.
Purtroppo dall’Italia non ci sono voli diretti ma, a seconda della compagnia aerea con la quale si decide di volare, ci saranno degli scali da fare.
Al momento i collegamenti sono offerti dalle compagnie aeree degli Emirati Arabi, da Qatar Air o da Air Kenya.
Per questioni economiche abbiamo optato per Oman Air scegliendo di fare prima uno scalo al nuovissimo aeroporto di Muscat, in Oman, e successivamente arrivare a Dubai dove si siamo fermati i primi 3 giorni.
Entrambi non avevamo mai avuto l’occasione di visitare Dubai e, seppur consci che le temperature agostane in una città costruita sul deserto non sarebbero state molto clementi, ci siamo voluti imbarcare in questa avventura.
Il volo Milano Malpensa – Muscat è durato 4 ore circa ed è andato benissimo.
Mi sentirei di consigliarvi Oman Air senza indugi (Fabio no, ma lui ha dei parametri un po’ diversi dai miei, per esempio non gli è andata giù che non abbiano sparecchiato subito il pranzo) ma tutte le compagnie arabe hanno livelli d’eccellenza.
Purtroppo non abbiamo neppure avuto il tempo di mettere il naso fuori dall’aeroporto di Muscat e siamo subito ripartiti per Dubai.
Questa volta il volo è stato molto breve e in meno di un’ora ci siamo ritrovati nella città che non si ferma mai.
Superati i controlli (non serve il visto turistico per accedere ma è sufficiente il passaporto e vi fanno solo qualche domanda di rito tipo “quanto vi fermerete?”), ci siamo diretti all’area taxi.
Oltrepassate le porte automatiche è stato come avere un fon puntato su tutto il corpo.Caldissima ma bellissima è stata l’accoglienza che Dubai ci ha dato il 16 agosto.
A Dubai abbiamo soggiornato allo Shangri-La Hotel nella zona del trade center, vicinissima al centro cittadino che si può identificare con il Dubai Mall e la torre grattacielo Burj Kalifha.Da bravi cittadini del mondo abbiamo subito cercato la metro e ci siamo fatti la tessera ricaricabile con qualche dirham (la moneta locale che potrete prelevare tranquillamente in qualsiasi ATM) in caso ne avessimo avuto bisogno ma, se posso permettermi un consiglio, a Dubai, in special modo se viaggiate durante i mesi estivi, è decisamente meglio spostarsi in taxi.
I taxi, color sabbia, sono molto economici e vi porteranno sempre a ridosso della destinazione mentre la metro, moderna e intuitiva, ha tuttavia poche fermate e queste sono spesso lontane dai centri di interesse quindi vi toccherà comunque camminare un bel pezzo, e sotto il sole non è davvero il massimo.
Cercherò di approfondire il nostro soggiorno a Dubai con un post dedicato perché, non lo avrei mai detto, è stata una città che ci è piaciuta molto per diversi aspetti e spero di poterci tornare presto.
Spesso non sono tanto le città di per sé a lasciare un’impronta nei nostri ricordi ma come queste città ci abbiano fatto sentire e Dubai è stata particolarmente accogliente e, nonostante i 45 gradi, ci abbiamo lasciato un pezzettino di cuore.
3 giorni possono essere sufficienti per vedere la maggior parte delle attrazioni che questa città offre e quindi, carichi di aspettative e sazi di paesaggi arabeggianti, ci siamo diretti nuovamente in aeroporto per prendere il volo Emirates che, in 6 ore, ci ha portati nell’isola maggiore delle Seychelles: Mahè.
Seychelles
Siamo atterrati a Victoria, una delle più piccole capitali del mondo e qui abbiamo capito che forse, un po’ di organizzazione in più non ci avrebbe fatto male.
L’aeroporto è molto piccolo e si viene accolti da tutto il personale in festa. Certo, rispetto alla magnificenza dell’aeroporto (silenzioso, non ci sono annunci) di Dubai ci siamo sentiti un po’ spaesati ma questa titubanza è durata poco, giusto il tempo di capire dove prelevare del denaro locale** e chiedere a un tassista di portarci al primo Resort.
(**alle Seychelles sono accettati anche gli Euro)
Per i 10 giorni alle Seychelles abbiamo scelto di soggiornare in 3 diversi Resort per avere una visione quanto più completa possibile dei diversi paesaggi che cambiano molto anche in pochi chilometri e perché, diciamolo, sono un’inguaribile indecisa.
Il tragitto dall’aeroporto di Victoria alla nostra prima meta è stato abbastanza difficile, soprattutto per me che soffro di mal d’auto. L’isola di Mahè è montuosa e le stradine sono spesso impervie, in molti tratti non ci sono i guard-rail e se si guarda dal finestrino si vedono strapiombi sui boschi sottostanti.
Mediamente i tassisti non corrono in auto ma, conoscendo bene le loro strade, possono effettuare sorpassi un po’ azzardati o magari lo erano per me che non sono abituata alla guida a destra.
In quei primi 30 minuti su terra seychellese ci siamo subito resi conto di quanta umidità ci fosse (beh, per avere una vegetazione così rigogliosa penso sia assolutamente necessaria) e ci siamo immersi in un’atmosfera che prima avevamo solo visto in tv.
C’erano bambini che giocavano scalzi a bordo strada, donne che trasportavano la spesa, uomini che pedalavano tranquilli su salite impervie, ragazzine con la divisa della scuola e le trecce e tanti cagnolini liberi e tutti, pur vivendo in maniera molto semplice (o forse proprio per quello), avevano il sorriso stampato in volto.Per i primi giorni abbiamo soggiornato al Constance Ephelia che si trova all’interno di un parco naturale sulla costa nord-occidentale di Mahè, tra due baie, una con acqua calma e bassa più a sud e l’altra, dove è possibile fare snorkeling e immersioni, più a nord (la nostra preferita).
Appena arrivati siamo rimasti incantati dalla bellezza e dalla rigogliosità della natura.
Tutte le ville del Resort sono immerse in una fitta e curatissima vegetazione e si possono sentire e ammirare molte specie di animali tra cui le famose tartarughe giganti (e centenarie) di Aldabra e le volpi volanti, una specie endemica di pipistrelli enormi. Non si può non rimanere colpiti da questi paesaggi e dalla bellezza della natura incontaminata.
All’interno del Resort ci si sposta a piedi o con dei caddy elettrici passando anche per una bellissima e suggestiva foresta di mangrovie che si dipana proprio all’interno della Riserva Naturale.
La scelta food è molto ampia e variegata e comprende ben 6 ristoranti. Io e Fabio abbiamo sempre optato per l’opzione del ristorante a buffet nel quale ogni sera veniva proposta un cucina differente e una varietà infinita di piatti e ottimi sapori.
È qui che abbiamo assaggiato per la prima volta le mini banane e la loro composta di frutta esotica che ci ha accompagnati per tutto il viaggio.
Alle Seychelles nei mesi estivi il sole tramonta presto, verso le 18, con tramonti mozzafiato e colori intensi che lasciano velocemente spazio alla notte e alla sua tranquillità.
Non spaventatevi se le previsioni meteo non sono delle migliori perché il tempo è molto variabile e può capitare di vedere persone distese in spiaggia con l’ombrello aperto ma, solitamente, queste piogge durano pochi minuti e poi ritorna il sole.
Non fatevi fregare dalle nuvole come abbiamo fatto noi e mettetevi comunque una protezione solare molto alta perché, in ogni caso, si è all’altezza dell’Equatore e il sole spinge! La seconda meta del nostro viaggio alle Seychelle è stata Silhouette Island, una piccola isola semi deserta dalla forma a piramide situata a circa 40 minuti di navigazione a nord di Mahè (20km).
Sull’isola di Silhouette è presente un solo Resort, l’Hilton Seychelles Labriz Resort & Spa.
Non ci sono strade e gli unici mezzi a disposizione sono le biciclette e dei caddy elettrici ad uso del personale del Resort che, a chiamata, accompagnano i turisti ospiti.Ogni giorno raggiungono l’isola solo 3 traghetti e altrettanti partono. Gli spostamenti sono tutti gestiti dall’Hilton in modo da permettere il corretto monitoraggio delle persone presenti sull’isola e la perfetta gestione delle sistemazioni.
(ndr: l’isola di Silhouette è patrimonio naturalistico ed è un’isola #plasticfree dove l’utilizzo della plastica è limitatissimo e se ne sconsiglia l’uso)
Silhouette Island è un’isola naturale dall’aspetto selvaggio, ricoperta da una lussureggiante vegetazione tropicale e ben il 93% dei suoi 20km quadrati di superficie sono occupati da foresta pluviale.
Il mare è cristallino e la costa è riparata dalla barriera corallina che crea una laguna placida e turchese.Noi abbiamo optato per una beach villa con affaccio diretto sull’oceano indiano e mai scelta fu più azzeccata. Svegliarsi la mattina e vedere le onde infrangersi a pochi metri da noi e arrivare a bagnare il giardino è stato stupendo.
Ho passato tante ore distesa sull’amaca ad osservare l’orizzonte, non capacitandomi di quanto fosse bello il mare di giorno e di quante stelle ci fossero in cielo la notte. Non ne avevo mai viste così tante.
È stato tutto magico, anche il bagno nella doccia all’esterno sotto i raggi di luna (al riparo però da occhi indiscreti), i granchietti e i paguri che venivano a salutarci ad ogni ora del giorno e le cene a lume di candela in riva al mare.
Indimenticabile e romanticissimo.
Infine, per gli ultimi giorni alle Seychelles siamo rientrati nell’isola principale e ci siamo concessi un extra lusso soggiornando al Maia Luxury Resort & Spa sulla costa sud-occidentale di Mahè.
Questo Resort è la quintessenza della perfetta ospitalità e della tutela della privacy.Ogni villa è immersa in un giardino tropicale privato e dispone di un maggiordomo personale 24/24h che saprà rispondere a tutte le esigenze e coccolarvi sotto ogni punto di vista.
Quando siamo arrivati alla nostra villa, appena oltre il vialetto d’ingresso tra piante e fiori tropicali, siamo rimasti letteralmente a bocca aperta.
Il Maia Luxury Resort & Spa si trova in una posizione privilegiata su una collina da dove si può scorgere l’oceano indiano sottostante che placido si infrange su una delle più belle spiagge di Mahè.Sembra davvero di essere a casa propria, ma non una casa qualunque, la casa dei sogni con infinity pool, lounge con angolo cottura dove farsi preparare a qualsiasi ora del giorno dei manicaretti (eat what you want, whenever you want), divano per rilassarsi ascoltando i suoni della foresta e uno splendido solarium con vasca per concedersi un rilassante bagno caldo immersi nella schiuma profumata e lettini per prendere il sole in piscina.
La villa è stupenda, mozzafiato, ogni dettaglio è curato e nulla è lasciato al caso.
Il personale è estremamente educato, professionale e assolutamente discreto ed è presente solo quando lo si desidera, altrimenti la privacy è massima.
Pensate che in 3 giorni non abbiamo mai scoperto chi fossero i nostri “vicini” e non li abbiamo neppure mai visti!
Ci è sembrato di vivere in un sogno ma ve ne parlerò presto in un articolo dedicato.
Per parafrasare una frase di Nehemia, il nostro maggiordomo: “un’esperienza paradisiaca da fare almeno una volta nella vita”.Il nostro viaggio di nozze avrebbe potuto benissimo concludersi qui, in bellezza, ma ci aspettava il matrimonio di due nostre amiche a Londra e così abbiamo preso il quarto e il quinto aereo, destinazione Heathrow.
Vi lascio con un’ultima chicca. Sapete perché si chiama Honeymoon?
Perché non dovrete assolutamente pesarvi al ritorno…
No, scherzo.
In diverse culture si pensa che il periodo immediatamente successivo alle nozze venga associato al miele sia perché è un momento, ci si augura, di particolare felicità e dolcezza ma anche perché, in antichità, si era soliti mangiare miele durante la prima notte di nozze (antichi romani) o regalare dell’idromele, la “bevanda degli dei”, come auspicio di fertilità (ai tempi dei Babilonesi) o (in periodo medievale) omaggiare il neo-marito con un vaso di questo prezioso nettare.
P.S. Visto il periodo dell’anno in cui abbiamo scelto di partire per il nostro viaggio abbiamo scelto di rimanere sulle coste più a ovest perché ci è stato detto che l’isola di Praslin e quella di La Digue, entrambe stupende, potevano essere colpite da alghe nei mesi estivi ma ci riserviamo di tornarci e avere un quadro ancora più completo di queste fantastiche isole esotiche.
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