Del contouring ne abbiamo sentito parlare ovunque e in tutti i modi tanto da non poterne più ed ecco che esce un nuovo termine che sostanzialmente indica la stessa cosa: strobing.
Se contouring, per assonanza linguistica, rimandava subito ai “contorni” e permetteva quindi anche a chi non avesse molta dimestichezza con l’inglese di intuire di cosa si trattasse, lo strobing ci ha messe in crisi.
Strobing significa letteralmente stroboscopio.
E che c’azzecca con il make-up?
Lo stroboscopio (wikipedia docet) è uno strumento che permette di osservare e studiare un oggetto in moto (…) illuminato da brevissimi lampi di luce di forte intensità.
Ahhhh, ecco a cosa potrebbe esserci utile!
La luce.
Luce e ombre, pieni e vuoti.
La bellezza, l’ho sempre sostenuto, è fatta di proporzioni e così come il contouring cerca di ristabilire le giuste proporzioni ai volumi del viso la stessa cosa la fa la tecnica dello strobing, solo in maniera inversa.
Il contouring enfatizza le ombre, lo strobing va ad aumentare i punti luce.
In sostanza molto probabilmente già usavate in combo queste due tecniche ma, chi non è del settore, semplicemente non sapeva che “fare strobing” corrispondesse alla fase nella quale stendiamo l’illuminante.
Strobing = mettere in luce i punti chiave (del viso), illuminare
E perché il mondo beauty se ne è uscito con questo nuovo termine?
Effettivamente la tecnica dello strobing è relativamente recente, prende ispirazione in particolar modo dal trucco orientale e consiste nel realizzare dei punti luce molto evidenti, quasi a effetto bagnato.
DIFFERENZE RISPETTO AL CONTOURING
Strobing e contouring sono tecniche che possono essere utilizzate in combinazione o singolarmente. Lo strobing sembra essere più semplice da realizzare rispetto al contouring in quanto consiste nell’evidenziare, ed essendo gli illuminanti prodotti chiari si va meno incontro a rischiose e ridicole macchie scure sul viso.
Utilizzare la tecnica strobing è un po’ come far ricorso, nella vita di tutti i giorni, agli amati filtri di Instagram che lisciano dove serve ed enfatizzano zigomi e arco di cupido per avere labbra voluminose e viso scolpito.
In realtà anche con lo strobing si rischiano degli scivoloni non indifferenti e l’effetto palla iridescente è dietro l’angolo…
Che decidiate di impiegare una o l’altra tecnica, ricordatevi che sfumare è sempre la regola aurea.
Personalmente tra le due tecniche preferisco lo strobing perché permette di venire bene in foto in quanto fa apparire la pelle più luminosa e radiosa.
DOVE APPLICARE LO STROBING
Le zone dove insistere con lo strobing sono le classiche zone da illuminare: zigomi, centro della fronte, arcata sopraccigliare, dorso del naso, centro del mento e arco di cupido.
In base alle vostre caratteristiche potrete scegliere cosa evidenziare.
Nel mio caso, applico l’illuminante sugli zigomi e sull’arco di cupido mentre evito la zona dell’arco sopraccigliare in quanto è già bello sporgente di suo e do un tocco sulla punta del naso perché mi piace quell’effetto.
I MIEI ILLUMINANTI PREFERITI
Vi avevo già parlato dei migliori illuminanti high, medium e low cost qui, nel frattempo la lista si è allungata e tra i miei must ci sono anche:
– High Beam di Benefit (liquido)
– Orgasm di Nars (fluido)
– Soft&Gentle di Mac (polvere compatta)
Mi raccomando, non utilizzare lo strobing se:
– avete il visto tendenzialmente baffuto o tondo
– è presente peluria perché sarebbe accentuata e si vedrebbe ancora di più
– se avete la pelle grassa o con pori dilatati ed evidenti perché, anche in questo caso, verrebbero accentuati
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Foto: celebrities
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